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Iscrizione al SSN dei pensionati (e dei frontalieri) svizzeri

    Volontaria o obbligatoria?

    Buongiorno Dott. Wiget,
    siamo pensionati Svizzeri residenti in Italia, in Provincia di Rimini.
    Il 3 gennaio scorso chiamai l’AVS a Ginevra per chiedere i conteggi 2017 e il 9 contattai l’AUSL di nostra competenza avvisandoli che eravamo pronti con i documenti e per il pagamento volontario del 7,5% che facciamo annualmente.
    Mi hanno risposto di stoppare tutto perché per gli Svizzeri c’è una novità e dobbiamo aspettare che ci daranno una risposta. In questa situazione ci troviamo senza copertura.
    Lei è al corrente di questa novità??
    Ci può dare una spiegazione??
    La ringraziamo di cuore e riceva i nostri migliori saluti.
    A.-M.K. / R.T. (Prov. di Rimini)

    Risposta
    Cara Lettrice,
    letta la Sua cortese e-mail e anticipando sin d’ora le mie valutazioni, posso dirle che la situazione è chiara… ma confusa!
    Non si spaventi però, Lei come tutti i nostri Lettori. Scherzi a parte, cercherò di spiegarmi nel modo più semplice possibile a breve.
    Intanto, posso senz’altro dirLe che il Suo non è un problema affatto isolato. So per certo che già altri Circoli Svizzeri in Italia nel recente passato si sono interessati della questione per alcuni loro soci pensionati nostri connazionali, senza però raggiungere risposte conclusive.

    Mi risulta poi che alcuni Circoli abbiano interessato anche la nostra Ambasciata di Roma e che la stessa si sia attivata in proposito, con contatti con il Ministero della Salute, ricevendo tuttavia a sua volta risposte solo interlocutorie.

    Infine, la situazione politica oggi in Italia non è migliorata ed, anzi, proprio la condizione di vuoto di potere esecutivo e di sostanziale inattività del Parlamento non fanno che aumentare una situazione di incertezza.

    Ma cercando di andare con un po’ più d’ordine, comincio con il riassumere la sua personale situazione, evidenziandone i punti salienti.
    Innanzitutto, è evidente che Lei e Suo marito, o il Suo compagno, siete pensionati che hanno stabilito la loro residenza in Italia.
    Suppongo, peraltro, che siate in possesso di un permesso di soggiorno permanente in Italia, e quindi vi risiediate da più di 5 anni.
    E ciononostante, per poter usufruire dei servizi sanitari, contrariamente ai cittadini italiani che ne godono gratuitamente (a parte il pagamento del ticket), nel Vostro caso viene richiesto un pagamento per l’iscrizione volontaria.

    Ebbene, Le confermo che questo è un approccio abbastanza recente diffusosi presso le ASL (o USL, che dir si voglia). Infatti, mentre alcune procedono all’iscrizione automatica dei cittadini svizzeri nelle proprie liste del Servizio Sanitario Nazionale (SSN) senza richiedere alcun contributo, altre invece richiedono l’iscrizione a titolo volontario con la conseguente esazione dei relativi contributi.
    La Vostra vicenda, evidentemente, rientra in questa ultima ipotesi.

    L’intera questione tuttavia ha contorni giuridici assai incerti. La realtà è che non vi è una normativa specifica per i cittadini svizzeri in materia, né vi sono direttive univoche da parte del Ministero. Ogni ASL, dunque, si regola un po’ come crede.
    Per lungo tempo i nostri connazionali pensionati con permesso di soggiorno permanente hanno goduto del beneficio dell’iscrizione automatica ed obbligatoria, e così del Servizio Sanitario Nazionale a parità di condizione con i cittadini italiani.

    Come è noto, l’iscrizione al Servizio Sanitario Nazionale dà anche diritto ad ottenere la Tessera Sanitaria, la quale a sua volta vale come Tessera Europea di Assicurazione Malattia (TEAM), operante in tutti i Paesi Europei membri della UE, che consente l’accesso alle cure mediche a chi vi si trovi temporaneamente.

    Pare che un giorno alcune ASL abbiano cominciato ad opporsi a tale prassi, essendo improvvisamente “spuntata” una circolare (o forse una lettera o un verbale di chiarimento) del 2015 dalla sigla impronunciabile DGPROGS 0014180-P (peraltro quasi irreperibile) del Ministero della Salute.

    Tale provvedimento, facendo asseritamente leva sull’Accordo di Libera Circolazione tra la Svizzera e l’Unione Europea del 21.6.1999 valorizzava il c.d. diritto d’opzione.

    Infatti, in base all’Accordo i titolari di pensione svizzera ed i loro familiari residenti in Italia, nonché i frontalieri che lavorino in Svizzera ma risiedano in Italia godono del diritto di scelta tra l’iscrizione al Servizio Sanitario Nazionale o alla Cassa Malati Svizzera.
    Per i frontalieri aveva particolare rilievo il luogo di lavoro per l’iscrizione, e fu così che alcune ASL iniziarono ad inviare comunicazioni di diniego di rinnovo della tessera sanitaria, e cominciò a farsi strada la richiesta di adesione volontaria con la necessità di pagamento, peraltro estesa anche ai pensionati svizzeri in maniera del tutto analogica in assenza di disciplina specifica.

    Si creò così un discreto allarme, soprattutto per decine di migliaia di frontalieri italiani.
    Sennonché – anche a seguito di varie interrogazioni parlamentari – il Ministero della Salute, correndo ai ripari, con specifica Circolare DGPROGS 0008394-P dell’8 Marzo 2016 (sempre impronunciabile ma almeno questa reperibile) precisò la situazione con riferimento ai frontalieri ed ai titolari di pensione svizzera residenti in Italia.
    Il chiarimento fornito consentiva di stabilire che i soggetti citati non dovessero versare alcun contributo ulteriore per l’iscrizione al SSN e per beneficiare delle cure mediche.

    Ciò in quanto essi contribuiscono già al gettito fiscale con le rimesse – anche in forza all’Accordo bilaterale tra la Svizzera e l’Italia del 3.10.1974 – di una quota dell’imposizione federale, cantonale e comunale nelle casse italiane.
    E tuttavia la Circolare 8.3.2016 in parola, riguarda espressamente solo i frontalieri che lavorano nei Cantoni del Ticino, dei Grigioni e del Vallese, nonché i titolari di pensione svizzera per aver lavorato nei predetti Cantoni. Non si spiega l’esclusione di tutti gli altri!

    A parte l’assenza di ogni razionalità della scelta, se quel che rileva è la contribuzione fiscale, in tal caso i pensionati svizzeri che percepiscono l’AVS in Italia a loro volta subiscono la famosa trattenuta del 5% alla fonte direttamente dalla Banca Popolare di Sondrio.

    Ne deriva per tutte queste ragioni che anche tutti gli altri pensionati svizzeri dovrebbero godere degli stessi benefici, senza esclusioni di sorta.
    L’auspicio è che anche grazie al ruolo ed agli interventi della nostra Ambasciata presso il Ministero della Salute, si possa colmare a breve questa lacuna, fornendo un ulteriore decisivo chiarimento, che vada anche a beneficio Suo, cara Lettrice. Sino ad allora decideranno le singole ASL e occorre sperare nel buon senso di ognuna. Altre novità sul piano ufficiale, dunque, non ve ne sono.

    Un cordiale saluto
    Avvocato Markus W. Wiget

    PS: Nelle more della pubblicazione la Lettrice ha comunicato che la ASL di competenza con autonoma decisione l’ha esentata dal pagamento dell’importo per l’iscrizione volontaria, rinnovandole automaticamente la Tessera Sanitaria. La novità attesa probabilmente era questa. Ci faccia sapere se ha maggiori informazioni.

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