L’analisi post-elettorale lo mostra chiaramente: la «Quinta Svizzera» ha votato in modo particolarmente verde alle elezioni del Consiglio nazionale nel 2019. Essa non ha inciso sul bilancio delle elezioni del Consiglio degli Stati. Per quanto concerne invece l’elezione del Consiglio federale, avvenuta in dicembre, i Verdi non sono riusciti a conquistare nessun seggio, nonostante il successo registrato nell’ambito del Consiglio nazionale.
Più verde che mai, nettamente più femminile, un po’ più a sinistra, e anche un po’ più giovane: è questo il bilancio delle elezioni del Consiglio nazionale del 20 ottobre 2019. Dopo un secondo turno, anche il Consiglio degli Stati è stato completato. Il bilancio è quasi lo stesso: non si situa più a sinistra, ma è nettamente più verde, più femminile e più giovane. Donne politiche come Lisa Mazzone (GE, Verdi) e Johanna Gapany (FR, PLR), entrambe di 31 anni, o Céline Vara (NE, Verdi), 35 anni, fanno diminuire la media dell’età.
Per la «Quinta Svizzera», il secondo turno delle elezioni del Consiglio degli Stati è stata un’esperienza piuttosto frustrante. Poiché i documenti di voto sono stati inviati solo all’ultimo minuto o quasi – e in assenza del voto elettronico – un gran numero di cittadini dell’estero non ha potuto esprimersi per tempo. Essi hanno comunque avuto un certo peso nelle elezioni del Consiglio nazionale rafforzando la svolta politica presa dalla Svizzera. Un quarto dei voti provenienti dall’estero è andato a favore dei Verdi.
Così, la «Quinta Svizzera» ha votato molto più ecologista degli elettori che vivono nel paese. Certamente, l’analisi ha i propri limiti, dal momento che non tutti i cantoni rendono conto separatamente dei voti degli Svizzeri all’estero. Ma le cifre derivanti dai cantoni densamente popolati lo indicano chiaramente. A Zurigo, ad esempio, cantone più popoloso della Svizzera, gli elettori dell’estero hanno indiscutibilmente contribuito ad accentuare la svolta verde. I Verdi e i Verdi liberali (PVL) hanno riunito insieme quasi il 38% degli elettori al di fuori della Svizzera. E i due grandi partiti di destra e di sinistra come l’UDC e il PS sono stati relegati in 2a e 3a posizione:
Collaborazione alla ricerca dei dati: Stefanie Mathys-Zerfas
Lo schema si ripete in un buon numero di cantoni tedeschi. Perfino in quelli che votano maggioritariamente a destra, gli Svizzeri all’estero hanno fornito ai Verdi un sostegno più alto della media. Ciò è stato ad esempio il caso nel canton Argovia, dove i Verdi sono progrediti per raggiungere il 9,8% dei voti a livello del cantone, convincendo non meno del 21,7% degli Svizzeri all’estero.
Una delle spiegazioni di questo ampio sostegno dei partiti ecologisti da parte degli elettori all’estero è evidente: il cambiamento climatico è senza dubbio la problematica più internazionale e, considerata la “Quinta Svizzera”, questo tema è più sentito del dibattito sulla riforma delle pensioni o altro.
La Svizzera romanda ha votato più verde che mai nel 2019: a Ginevra e Neuchâtel, i Verdi e i Verdi liberali hanno più che raddoppiato il loro elettorato. I Verdi hanno fatto lo stesso nel canton Giura e, benché in maniera un po’ attenuata, in Vallese. Essi sono fortemente progrediti nel canton Vaud. Nei cantoni romandi, il comportamento elettorale degli Svizzeri all’estero si distingue dunque generalmente meno da quello dei cittadini residenti. Ginevra illustra bene questo fatto:
Marc Lettau
Collaborazione alla ricerca dei dati: Stefanie Mathys-Zerfas