Il “Parlamento della Quinta Svizzera” chiede al Consiglio federale di affrontare il dossier sul voto elettronico. Esso sottolinea inoltre l’importanza dell’accordo quadro per i 458’000 Svizzeri che vivono nell’UE.
La “Quinta Svizzera” non potrà votare per via elettronica in occasione delle prossime elezioni federali. Il Consiglio degli Svizzeri all’estero (CSE) vi vede un serio ostacolo. Riunito durante il Congresso degli Svizzeri all’estero di Montreux, esso ha chiesto al Consiglio federale di affrontare il dossier dell’e-voting.
In una risoluzione, il CSE chiede concretamente al Consiglio federale di valutare un sistema di voto elettronico degno di fiducia e finanziabile. Quest’ultimo dovrebbe essere a disposizione di tutti gli elettori della “Quinta Svizzera” al più tardi entro le elezioni federali del 2023. Presente a Montreux, il ministro degli affari esteri Ignazio Cassis, si è limitato a promettere ciò che aveva già preannunciato a Berna nel mese di giugno: la concezione entro il 2020 di una nuova fase di sperimentazione del voto elettronico.
Questo risvolto ostacola anche le riforme del CSE: l’obiettivo di prevedere l’elezione diretta dei suoi membri non è realizzabile senza un canale elettronico. La riforma è dunque stata rinviata. Il Presidente del CSE Remo Gysin è dispiaciuto: “Ritardiamo qualcosa che avremmo già voluto fosse regolato”.
Sotto pressione l’accordo quadro
Il voto elettronico non è l’unico tema ad agitare il CSE. Regna anche un certo nervosismo sul fronte dell’accordo quadro tra la Svizzera e l’Unione europea (UE). Il CSE ritiene l’evoluzione delle relazioni tra Berna e Bruxelles “preoccupante”. Esso chiede che il Consiglio federale tenga conto degli interessi dei 458‘000 Svizzeri che vivono nell’UE in occasione dei prossimi chiarimenti su questo accordo. La posizione del CSE su questo argomento resta sempre la stessa: esso è favorevole alla libera circolazione delle persone e alla sua regolamentazione.
Il “manifesto elettorale” approvato dal CSE contiene anche altre rivendicazioni politiche. Oltre al punto centrale, che è quello di facilitare l’esercizio dei diritti politici degli Svizzeri all’estero invece di complicarli, il testo ricorda anche la discriminazione da parte delle banche svizzere di cui sono vittima gli Svizzeri residenti all’estero. A Montreux, anche i partiti hanno tentato di conquistare i votanti della “Quinta Svizzera”.
I loro risultati durante la legislazione in corso sono però stati aspramente discussi: secondo un’analisi di Swissinfo, è stato il PS a sostenere meglio le loro rivendicazioni, mentre l’UDC non ha reso dei buoni servizi.
Il tema del congresso era: “Quale mondo per domani?”.
Remo Gysin ha introdotto i numerosi interventi di esperti su questo tema con la seguente costatazione: “Il mondo conosce delle date di scadenza, dei punti di non ritorno”.
La sua conclusione: “Dobbiamo agire senza indugi”.
(MUL)
Manifesto elettorale del CSE ogy.de/manifeste-2019
Classifica dei partiti: ogy.de/swissinfo-ranking
Candidati della «Quinta Svizzera»: www.revue.ch
Segnali politici a Montreux: attraverso due risoluzioni il Consiglio degli Svizzeri all’estero chiede al Consiglio federale di agire.
Photo: Adrian Moser