Come previsto nei sondaggi, ma contrariamente alle attese, gli svizzeri si sono espressi il 28 settembre alle urne su due temi da tempo controversi.
Da ormai diversi anni a questa parte la “suspence” il giorno delle votazioni è piuttosto ridotta, poiché i vari sondaggi che accompagnano l’avvicinamento al voto popolare indicano talvolta chiaramente quella che sarà la decisione dei cittadini. L’affidabilità di queste inchieste – svolte da vari istituti specializzati – è piuttosto buona, soprattutto se si è in grado di interpretare il trend tra i diversi momenti in cui queste vengono effettuate. Ad oltre un mese dal voto sul valore locativo e sulla Legge sull’e-ID, tutti i sondaggi indicavano un vantaggio confortevole per i due oggetti. Nelle inchieste successive, più a ridosso del termine di votazione, il sostegno per la e-ID è rimasto praticamente stabile, mentre si è assistito ad un calo molto importante dei favorevoli all’abolizione dell’imposta sul valore locativo, malgrado il “sì” fosse in vantaggio fino all’ultimo. Tutti si sarebbero dunque aspettati una domenica con un’approvazione netta dell’e-ID e una partita più tirata – alcuni avrebbero scommesso anche su un No – per quanto riguarda il valore locativo. Si è verificato esattamente il contrario.
La nazione di inquilini abolisce il valore locativo per i proprietari
Al quarto tentativo il popolo ha abolito un’eccezione tutta svizzera che durava da oltre un secolo. Introdotta nel 1915, gli elettori hanno deciso di abolire il valore locativo, un’imposta che i proprietari di immobili devono versare per le abitazioni in cui abitano.
Con il 57,7% dei consensi e la gran parte dei cantoni, è stata approvata la riforma promossa da Governo e Parlamento che prevede per i cantoni la possibilità di introdurre una nuova imposta sulle residenze secondarie e l’eliminazione definitiva del valore locativo. Il risultato ha sorpreso per l’ampiezza del consenso, soprattutto in un Paese come la Svizzera, dove circa il 60% della popolazione vive in affitto. Il nuovo sistema avvantaggia soprattutto i proprietari di abitazioni con un’ipoteca piuttosto ridotta.
Dalla cartina del voto si nota il più classico dei “Röstigraben”: la Svizzera tedesca ha votato in gran parte per l’abolizione, mentre nella Svizzera romanda circa il 60% degli elettori si è espresso contro il testo in votazione. L’affluenza alle urne a livello nazionale è stata del 49,5%.
«Giornata storica per i proprietari»
Tra i contrari alla riforma, l’argomento principale riguardava la penalizzazione delle regioni turistiche con numerose residenze secondarie. Durante la fase parlamentare, i rappresentanti di questi cantoni avevano chiesto di limitare la riforma alle prime case. Il progetto però, come anticipato, prevede la possibilità per i cantoni di compensare le perdite attraverso una nuova tassa sulle residenze secondarie. I cantoni turistici si sono spaccati sul tema: il Vallese ha respinto la riforma con il 60,3% dei voti, mentre Ticino e Grigioni l’hanno sostenuta con rispettivamente il 56,5% e il 67,1%.
Sul fronte dei favorevoli, le associazioni di proprietari e il comitato “Sì ad imposte giuste” ritengono il risultato un segnale forte a favore di una maggiore equità fiscale e di una responsabilità individuale accentuata. Secondo loro l’abolizione sgrava soprattutto gli anziani che vivono nella loro abitazione, per la quale hanno lavorato e risparmiato per decenni. Con il voto del 28 settembre si chiudono discussioni durate vari decenni, ha affermato la Consigliera federale Karin Keller-Sutter il giorno della votazione, precisando che la riforma non entrerà in vigore prima del 2028.
Un timidissimo Sì all’identità elettronica
Dopo un’estenuante domenica di attesa del risultato definitivo resta un fatto: la Svizzera avrà una propria identità digitale, allineandosi così alla maggior parte dei Paesi europei. L’esito del voto, rimasto incerto fino all’ultimo, si è concluso con un “sì” risicatissimo: il 50,4% dell’elettorato ha approvato la proposta, sostenuta soprattutto dai cantoni urbani e dalle città. In valori assoluti lo scarto è stato di circa 20'000 voti.
Un primo tentativo era fallito nel 2021, quando la e-ID è stata proposta in una formula che avrebbe visto una gestione dei privati. La popolazione si era opposta con veemenza, con quasi i due terzi degli svizzeri contrari. Questa volta, Consiglio federale e Parlamento hanno optato per un’e-ID interamente gestita dallo Stato. Il risultato scaturito è al di sotto delle attese della vigilia. Praticamente tutte le regioni rurali si sono opposte alla legge, mentre i favorevoli si sono concentrati in pochi cantoni, tra cui Zurigo, Ginevra, Vaud e Friburgo, rendendo decisive le aree urbane.
La votazione è stata di particolare interesse per la Quinta Svizzera. L’Organizzazione degli svizzeri all’estero (OSE) era tra i grandi favorevoli dell’introduzione di un’e-ID, che permette di semplificare numerose questioni burocratiche proprio ai cittadini residenti fuori dai confini nazionali. In questo modo per loro sarà possibile effettuare online procedure amministrative e gestire digitalmente i rapporti con le autorità.
L’OSE chiede una rapida applicazione
Nella Conferenza stampa di commento all’esito popolare, il Consigliere federale responsabile del dossier, Beat Jans, ha definito la legge un passo verso la sovranità digitale e verso un rafforzamento della piazza economica. Inoltre ha confermato l’obiettivo di rendere l’e-ID operativa entro il 2026. Anche l’OSE ha reagito positivamente al risultato, auspicando un’introduzione in tempi brevi, sia da parte delle autorità che dei fornitori privati chiamati ad integrare il nuovo strumento nei loro sistemi. Con l’e-ID, oltre a numerosi vantaggi nella rete, si aprono nuove prospettive che potrebbero favorire il voto elettronico e la raccolta digitale di firme, semplificando l’esercizio dei diritti politici della diaspora.
Angelo Geninazzi

Fonte: Swissinfo.ch
(https://developer.srgssr.ch/api-catalog/srgssr-polis)

È stato un voto più chiaro che nelle attese: a 110 anni dall’introduzione, gli Svizzeri hanno abolito il valore locativo

Fonte: Swissinfo.ch
(https://developer.srgssr.ch/api-catalog/srgssr-polis)

Per poche migliaia di voti: ora la Svizzera avrà la sua identità elettronica
La Gazzetta ha bisogno di te.
Cara lettrice, caro lettore online,
la Gazzetta Svizzera vive anche nella versione online soprattutto grazie ai contributi di lettrici e lettori. Grazie quindi per il tuo contributo, te ne siamo molto grati. Clicca sul bottone "donazione" per effettuare un pagamento con carta di credito o paypal. Nel caso di un bonifico clicca qui per i dettagli.
