Un bel modo di impiegare il tempo con ortica, timo e altre selvatiche meraviglie

Piante Utili è il libro di Thomas Schwitter per conoscere trecento piante del Canton Ticino e dell’Italia alpina e prealpina

Lugano - Un ottimo modo per impiegare il tempo per chi è costretto a casa, sarebbe quello di entrare in intimità con “cose” che abbiamo sotto il naso ogni giorno ma che non “vediamo” davvero, e quindi che non apprezziamo realmente. Un esempio? Erbe e piante misconosciute o altrimenti dette “selvatiche”, il cui valore è andato dimenticato, il più delle volte non gradite e spesso distrutte.

In realtà nascondono un mondo incredibile la cui esplorazione risale alla notte dei tempi. Erbe commestibili o velenose, utili per l’alimentazione o alla sanità del corpo e dello spirito.
Conoscerne il preciso impiego, le controindicazioni e imparare come e quali utilizzare, si può fare semplicemente con l’aiuto di esperti e di testi come “Piante Utili” di Thomas Schwitter al quale abbiamo rivolto alcune domande. È stata la sua formazione di farmacista, comprendente lo studio della Botanica, a fargli esplodere la passione per l’utilizzo delle piante selvatiche.
Il suo è una sorta di prontuario che raccoglie tutte le informazioni legate all’utilizzo delle piante presenti in Ticino e nell’Italia alpina e prealpina.

All’Autore abbiamo chiesto se ritiene una buona idea piantare erbacee selvatiche nel proprio giardino o orto. «Certo dipende dalla specie», meglio evitare quelle esotiche o velenose, ma conoscere quelle benefiche come ad esempio ortica, timo, aglio orsino, paretaria o Tarassaco. Decidere non solo di “tollerarle” ma consapevolmente di lasciarle vivere nei nostri giardini o balconi, sarebbe un passo avanti.

La flora è importante nella vita quotidiana delle persone, anche se poi queste nemmeno se ne accorgono…
«La flora è fondamentale per la nostra sopravvivenza. Anche cambiamenti relativamente piccoli nel suo equilibrio possono avere importanti effetti sull’ambiente e di conseguenza sull’uomo. Credo che tutti dovrebbero avere delle conoscenze di base in modo da capirne l’importanza, l’utilità e anche i pericoli, ad esempio quando si confondono erbe commestibili con quelle velenose».

Esistono piante che non siano medicinali?
«Esistono piante che sono considerate medicinali da millenni, altre che lo sono per un certo periodo di tempo e altre ancora che si scopriranno esserlo in futuro. Non mi sento di escludere da questo concetto nessuna specie perché le conoscenze credo siano ancora molto limitate e in continua evoluzione».

Qual è il conflitto tra farmaceutica e fitoterapia?
«Da farmacista non vedo un conflitto. La farmaceutica o farmacologia studia la natura e la composizione dei farmaci e la loro azione sull’organismo, la fitoterapia l’utilizzo delle piante medicinali e delle loro preparazioni a scopo terapeutico. Entrambe hanno come scopo la cura delle malattie. Ci sono farmaci efficaci ma anche farmaci poco efficaci e la stessa cosa vale per le preparazioni fitoterapiche. Anche i rimedi naturali possono avere effetti collaterali tanto quanto i farmaci di sintesi».

Lei possiede un orto?
«Ho la fortuna di possedere un terreno che mi permette di coltivare frutta, verdura e piante medicinali. Produco 16 tipi di frutta che raccolgo durante tutta la stagione, dalla fragola a fine aprile fino al kiwi che raccolgo a metà novembre. Coltivo parecchie verdure tra le quali pomodori, patate, piselli, cipolle e carciofi. Ogni anno in ottobre pianto l’aglio che raccolgo in giugno-luglio e che con le giuste procedure riesco a conservare fino quasi al raccolto successivo. Ho introdotto anche qualche pianta selvatica commestibile o medicinale come le ortiche perché trovo comodo averle a portata di mano quando mi servono. Ho il luppolo di cui utilizzo sia i giovani germogli in primavera che consumo come gli asparagi, sia i coni in autunno per liquori o infusi rilassanti».

Ritiene che la scuola e l’informazione riescano a spiegare l’importanza della botanica?
«Credo che rispetto a qualche anno fa si stia facendo meglio, ma ritengo in generale ancora insufficiente l’importanza data a discipline fondamentali quali la Botanica, l’alimentazione e la medicina che a mio parere dovrebbero essere diffuse maggiormente e già a partire dalle scuole dell’obbligo».

Per questo è importante il ruolo della Società Ticinese di Botanica.
«La Società è nata nel 2016 da un piccolo gruppo di appassionati e conta oggi più di 90 membri. Lo scopo è la promozione della conoscenza della flora in generale e quella del Ticino in particolare tramite l’organizzazione di uscite, corsi e lavori scientifici destinati ai membri. Per essere ammessi nella Società occorre avere già delle conoscenze abbastanza approfondite ma alcuni di noi offrono corsi anche per neofiti e in questo modo promuoviamo la divulgazione anche al di fuori della Società»

Gli anziani di una volta conoscevano maggiormente le erbe, c’erano le curatrici che, senza alcuna laurea, riuscivano a guarire parecchie malattie.
«Sicuramente una volta c’erano più persone che conoscevano e utilizzavano le erbe soprattutto per mancanza di alternative. Non ci vuole una laurea per conoscere le piante ma tanto studio e tanto tempo perché in ogni stagione le piante cambiano e il vero esperto le deve saper riconoscere anche quando non appaiono con tutte le loro caratteristiche più evidenti. La maggior parte delle malattie che vengono curate con le piante (o con le medicine) per fortuna passa anche senza cura, però è vero che tantissimi medicinali tutt’ora utilizzati hanno origine dalla medicina popolare».

Cosa ne pensa dell’uso di diserbanti chimici contro preziose piante come ortica, portulaca, tarassaco che spuntano nel prato inglese tanto caro alla maggior parte delle persone?
«Credo che i diserbanti dovrebbero essere regolamentati più severamente. La loro vendita e il loro utilizzo dovrebbe sottostare all’autorizzazione di un ente indipendente che valuti caso per caso la necessità del loro utilizzo. Purtroppo non è ancora così».

Quali sono le sue piante preferite e perché?
«Il mirtillo nero (Vaccinium myrtillus) con cui preparo ottime marmellate, il Tè Svizzero (Veronica officinalis) che uso in sostituzione del tè, la Tormentilla (Potentilla erecta) con cui preparo un’efficace tintura per il mal di gola, il Narciso selvatico (Narcissus poëticus) di cui adoro il profumo e la Saponaria (Saponaria officinalis) che utilizzo come il sapone se devo lavarmi le mani durante una passeggiata o una gita in bicicletta. Ogni anno scopro qualcosa di nuovo che mi fa amare sempre di più questa mia passione».

Annamaria Lorefice
lorefice.annamaria@gmail.com

Thomas Schwitter, autore del prontuario della Salvioni Editori, è responsabile della Ricerca e Sviluppo presso un’industria di integratori alimentari. Farmacista, è membro della Società svizzera di fitoterapia e socio fondatore della Società ticinese di Botanica.

Conoscere le piante non commestibili è importante per non incorrere in avvelenamenti anche letali per persone e animali. Alcune piante hanno parti non commestibili ed edibili allo stesso tempo, come il Sambucus nigra (sambuco comune, sambuco nero) del quale si usano solo i fiori per squisite frittelle, sciroppi e gazzose casalinghe.

Portulaca (Portulaca Oleacea)

Tarassaco (Taraxacum officinale) Pensare molto bene prima di distruggere piante preziose per l’alimentazione e la salute, sicuramente presenti nei nostri giardini.

Paretaria (Parietaria officinalis)