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Fuochi d’artificio: gioia per alcuni, stress per animali e ambiente

Fuochi d’artificio in Svizzera: tradizione sotto accusa tra rumore, animali e ambiente

Il 1° d’agosto, festa nazionale svizzera, si sparano i fuochi d’artificio. Ma ciò che piace a molti suscita sempre più critiche: animali, persone e ambiente ne soffrono. Un’iniziativa popolare vuole ora vietare i fuochi d’artificio rumorosi per i privati.

Gli svizzeri all’estero lo ricordano bene: razzi, vulcani e petardi fanno coppia con il 1° agosto come la senape con il bratwurst. Anche Capodanno, in Svizzera, da alcuni anni è caratterizzato dalla pirotecnica. Secondo uno studio del 2014 dell’Ufficio federale dell’ambiente sono circa 2’000 le tonnellate di fuochi d’artificio che vengono bruciate ogni anno – il doppio rispetto a vent’anni fa. Sono disponibili fino a 600 tipi diversi di articoli pirotecnici. «Il fuoco d’artificio è espressione di gioia di vivere», afferma Linda Feller, titolare del negozio specializzato bernese Stärnehimu (dal dialetto bernese: cielo stellato). Come per ogni tradizione, alcuni vi si sentono più legati di altri, spiega Feller. Il rumore nei giorni prima e dopo la festa può dare fastidio ma “molte persone” apprezzano le immagini colorate. Nelle feste locali del 1° d’agosto, matrimoni, anniversari o compleanni, i fuochi creano “momenti indimenticabili”. Eppure, fan e rivenditori sono sotto pressione: sempre più comuni limitano o vietano i fuochi d’artificio. Questo è il caso soprattutto nel Canton Grigioni, dove negli ultimi anni un comune su tre ha emanato divieti. Tra questi ci sono le località turistiche di Davos, Pontresina e St. Moritz. Le autorità comunali motivano il divieto con la protezione di animali domestici, fauna selvatica e natura.

Animali in preda al “panico”

Presto potrebbe seguirli l’intero Paese. Nel novembre 2023, è stata depositata l’iniziativa popolare “per una limitazione dei fuochi d’artificio”, sottoscritta da oltre 137’000 persone. L’iniziativa chiede di vietare la vendita e l’uso di fuochi d’artificio rumorosi. Varianti silenziose come fontane, stelline o luci romane resterebbero consentite. Anche i fuochi professionali per eventi di rilievo regionale sarebbero permessi, se autorizzati. Dietro all’iniziativa ci sono privati cittadini, ma anche organizzazioni come la Protezione Svizzera degli Animali (PSA), BirdLife Svizzera, Lega svizzera contro il rumore, Pro Natura e la Fondazione Franz Weber. «I fuochi rumorosi mettono animali domestici, da allevamento e selvatici in stato di paura e panico», afferma Simon Hubacher della PSA. Gli scoppi improvvisi provocano forte stress, dal quale gli animali non possono fuggire. Gli animali da allevamento si feriscono tentando di scappare. I cani soffrono così tanto che i proprietari spesso si recano all’estero per proteggerli.

Pericolo per le persone

Anche le persone soffrono per il rumore, in particolare anziani e chi ha problemi psichici, spiegano i promotori dell’iniziativa. La legge limita il livello sonoro dei fuochi a 120 decibel, a una certa distanza. Per confronto: un martello pneumatico raggiunge i 100 decibel. I fuochi provocano anche incidenti e incendi. Tra il 2018 e il 2022, secondo il Centro di prevenzione infortuni, si sono verificati ogni anno circa 200 incidenti durante le celebrazioni del 1° d’agosto, per lo più ustioni e danni all’udito. Cause frequenti: lavori artigianali, distrazione e imprudenza. Lo scorso Capodanno, c’è stato anche un decesso: nel Canton Lucerna, un 46enne è morto mentre maneggiava un dispositivo per lanci di petardi. E, nel Canton Vallese, una 14enne è rimasta gravemente ferita quando un artificio è esploso in mezzo alla folla. Inoltre, il Comitato d’iniziativa cita problemi ambientali: oltre una tonnellata di rifiuti viene lasciata a terra e aumenta l’inquinamento da polveri sottili, uno dei prodotti generati dalla combustione dei fuochi, insieme a CO₂ e altri. Secondo lo studio del 2014 dell’Ufficio federale dell’ambiente, il valore limite giornaliero per le polveri sottili viene «spesso superato» il 1° d’agosto e a Capodanno. Tuttavia, su base annua, i fuochi contribuiscono solo per circa il 2% alle emissioni complessive di polveri sottili. L’autorità consiglia agli anziani e a chi soffre di malattie respiratorie o cardiovascolari di tenersi lontano dagli spettacoli pirotecnici.

Il Parlamento valuta una controproposta

L’iniziativa è pendente a Berna. Il Consiglio federale raccomanda di respingerla: una regolamentazione nazionale sarebbe inutile, poiché cantoni e comuni possono già imporre divieti. Ma il Parlamento si mostra disposto al compromesso. Le commissioni preparatorie del Consiglio degli Stati e del Consiglio nazionale hanno approvato, rispettivamente a gennaio e aprile 2025, l’elaborazione di una controproposta indiretta. L’obiettivo di proteggere persone e animali dal rumore è ritenuto “giustificato”. La controproposta dovrebbe introdurre nella Legge sugli esplosivi un divieto per i petardi senza effetti visivi. Forse questa apertura è dovuta anche ai sondaggi, che attribuiscono all’iniziativa grande seguito: secondo un sondaggio rappresentativo del 2024 dell’istituto gfs.berna, circa il 70% della popolazione la approverebbe. Il motivo principale? Il fastidio acustico. Per i contrari, invece, il divieto sarebbe eccessivo. La controproposta non è ancora pronta e i partiti non hanno preso posizione. L’Unione svizzera delle arti e mestieri avverte del rischio di una “cultura del divieto”, che priverebbe i bambini di una tradizione e avrebbe effetti negativi per le piccole medie imprese.

«Un intero settore sotto attacco»

«L’iniziativa minaccia un intero settore», afferma Linda Feller. Senza gli introiti della vendita di fuochi d’artificio, molti piccoli commerci al dettaglio rischierebbero la chiusura. Al contrario, i promotori dell’iniziativa fanno notare che in Svizzera si producono soprattutto fontane, che non sarebbero toccate dal divieto. La maggior parte dei fuochi è importata dalla Cina. Il comitato d’iniziativa si dice aperto a una controproposta “incisiva”. Se sarà sufficiente, resta da vedere. Simon Hubacher della PSA considera l’iniziativa pragmatica: oltre ai fuochi non rumorosi e agli spettacoli ufficiali di grande portata, sarebbero possibili anche show con laser o droni, nonché i tradizionali falò in quota. «Le esplosioni private non hanno nulla a che fare con la tradizione». Hubacher cita un altro risultato del sondaggio 2024: sebbene la maggioranza ami guardare i fuochi, la maggior parte li acquista raramente o mai e, quando lo fa, sceglie in gran parte quelli non rumorosi. Ciò è in linea con l’obiettivo dell’iniziativa. Se questa non verrà ritirata a favore di una controproposta soddisfacente, sarà la popolazione a decidere, probabilmente nel 2026, se la Svizzera rinuncerà ai fuochi d’artificio rumorosi.

Susanne Wenger

Prima una palla di fuoco colorata, poi un forte botto: la proposta popolare mira principalmente a limitare il rumore, richiedendo una restrizione sui fuochi d’artificio privati; mentre quelli pubblici, come a Nyon nel 2022, saranno consentiti. Foto Keystone

Il giovane team del lancio del razzo è all’opera con l’accendino; un momento rischioso: ogni anno, durante la festa nazionale, si registrano circa 200 incidenti legati ai fuochi d’artificio. Foto Keystone

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