Chiamata alle urne il prossimo 21 febbraio sull'iniziativa popolare “Per la responsabilità ambientale”, lanciata dai Giovani Verdi, la quale chiede che l'economia prenda in considerazione i limiti del pianeta.
Un’iniziativa per restare “nei limiti planetari”
L’iniziativa mira ad inserire nella Costituzione l’obbligo per l’economia nazionale di svilupparsi nel rispetto dei limiti posti dalla natura e dalla sua capacità di rinnovamento. Ciò significa che le attività economiche non possono utilizzare più risorse o emettere più inquinanti di quanto il pianeta possa sopportare.
La Svizzera sarebbe così chiamata a ridurre in modo massiccio gli effetti ambientali causati dal consumo nazionale, per non superare più i limiti del pianeta. Attualmente la Svizzera consuma le risorse che la natura può offrire e rinnovare nell’arco dell’anno fino verso la fine di maggio. In altre parole, se tutti gli abitanti della terra vivessero come la popolazione svizzera, l’umanità avrebbe bisogno di 2,5 pianeti. Per preservare il pianeta, i Giovani Verdi chiedono con l’iniziativa che in Svizzera non ci sia più un giorno di superamento. Per rispettare questo limite sono però necessarie misure drastiche, ad esempio una riduzione dell’impronta di carbonio pro capite di oltre il 90%. Per implementare le misure e raggiungere gli obiettivi è previsto un termine transitorio di 10 anni.
Cosa sono i limiti planetari?
Il concetto di limite planetario è stato inventato nel 2009 dallo Stockholm Resilience Centre, un centro di ricerca dell’Università di Stoccolma. Stabilisce nove limiti da non superare per garantire che l’umanità possa vivere in un ecosistema sicuro.
L’iniziativa si concentra su sei di questi nove limiti, ovvero il cambiamento climatico, la perdita di biodiversità, il consumo di acqua, l’uso del suolo, nonché le emissioni di azoto e fosforo.
Secondo un recente studio di Greenpeace, la Svizzera supera già i limiti in termini di perdita di biodiversità, cambiamento climatico, consumo di acqua e rilascio di azoto.
Per il fronte ambientale «l’iniziativa è imprescindibile»
I Giovani Verdi – che con il loro testo raccolgono i favori anche dei Verdi, il Partito socialista, la Gioventù socialista, Greenpeace, l’Associazione dei piccoli agricoltori e le Anziane per il clima – ritengono che la protezione dell’ambiente sia una priorità necessaria da iscrivere nella Costituzione, e fungere come elemento al quale l’economia e la società possono orientarsi. Sarebbe assolutamente determinante preservare le basi vitali dell’umanità per consentire a tutti gli abitanti del mondo di avere accesso a cibo in quantità e qualità sufficiente, acqua potabile e aria pulita.
Nel mirino del testo sottoposto al popolo vi è in particolare l’economia, la quale sarebbe all’origine del superamento dei limiti, poiché consuma molte più risorse di quante la natura possa ricostituire.
Per il centro-destra l’iniziativa è «totalmente insostenibile»
Come il parlamento, anche il Governo si oppone alla proposta, ritenendo l’iniziativa estrema, non da ultimo per il termine di dieci anni imposto per raggiungere i suoi obiettivi. Ad opporsi al testo vi sono anche i partiti borghesi, tra cui l’Unione democratica di centro (UDC), del Partito liberale radicale (PLR), il Centro e persino dei Verdi liberali. A questi si aggiungono le principali associazioni economiche.
Tra i motivi dei contrari vi è l’obbligo per la Confederazione di adottare misure drastiche che avrebbero ripercussioni negative sull’economia e sulla società, ciò che comprometterebbe numerosi posti di lavoro. Inoltre il Consiglio federale ritiene che l’iniziativa «genererebbe costi sproporzionati e insostenibili per lo Stato». Il Governo ritiene anche che la Costituzione preveda già numerose disposizioni relative alla sostenibilità equilibrate.
economiesuisse, la federazione delle imprese svizzere, in una sua pubblicazione sottolinea come solo 15 nazioni abbiano un’impronta ambientale come richiesto dall’iniziativa. Tra queste ci sono soprattutto Stati in situazioni di precarietà, come Afghanistan, Haiti e Madagascar.
Nei vari sondaggi effettuati fino al mese di dicembre 2024 il fronte del No è comodamente in vantaggio.
Angelo Geninazzi

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