Vai al contenuto

«Gli Svizzeri in Italia rappresentano una risorsa fondamentale, anche per rafforzare la comprensione reciproca tra i due Paesi»

    Fresco di incarico, la Gazzetta ha intervistato il nuovo ambasciatore svizzero in Italia, Roberto Balzaretti

    Dall’inizio di quest’anno Roberto Balzaretti è il nuovo ambasciatore svizzero in Italia e sostituisce Monika Schmutz-Kirgöz, giunta al termine del suo mandato e diventata nel frattempo responsabile della Divisione Medio Oriente e Africa del Nord (MENA) presso la Segreteria di Stato del Dipartimento federale degli affari esteri (DFAE) a Berna. Il ticinese è stato ambasciatore in Francia dal 2021, mentre precedentemente era stato tra le altre cose il capo negoziatore con l’Unione europea in qualità di segretario di Stato. Gazzetta Svizzera lo ha incontrato durante i suoi primi giorni di attività.

    1. Lei ha una grande esperienza come ambasciatore: prima di approdare a Roma è stato attivo a Parigi in Francia. Cosa significa per Lei rappresentare la Svizzera all’estero?

    «Rappresentare la Svizzera all'estero è un onore e una grande responsabilità. Il compito principale di una rappresentanza diplomatica è tutelare e promuovere gli interessi dei nostri concittadini e del nostro Paese in ambito politico, economico, culturale e scientifico, ma pure di facilitare la ricerca di posizioni comuni. In un paese vicino come l’Italia è vero che questo compito ha una valenza particolare. Però la Svizzera ha un ruolo significativo anche sulla scena internazionale, poiché si impegna per la pace, la sostenibilità e la prosperità. In ambito bilaterale lavoriamo soprattutto per rafforzare le relazioni con il paese che ci ospita. Attraverso eventi culturali, scambi accademici e iniziative come la "Maison Suisse" durante i Giochi Olimpici di Parigi 2024, cerchiamo di promuovere l'immagine della Svizzera all'estero e mostrare il volto moderno e innovativo della Svizzera. Non da ultimo, un’ambasciata (e i consolati) ha l’importante ruolo di sostenere la comunità svizzera all'estero. Che si tratti di assistenza consolare o di mantenere vivi i legami con la patria, siamo un punto di riferimento per i nostri concittadini. In sintesi, rappresentare la Svizzera all'estero significa costruire ponti tra le culture, promuovendo contemporaneamente gli interessi e i valori nazionali sulla scena internazionale

    1. Rispetto ad altri Paesi, fare l’ambasciatore in Italia potrebbe sembrare più “facile”. È veramente così? I dossier con l’Italia non sono più spinosi e “irrisolti” rispetto a quelli con altri Paesi, come ad esempio la Francia?

     «Se sia facile non posso ancora dirlo. Affronto con umiltà la responsabilità che il Consiglio federale ha scelto di conferirmi. Le relazioni tra Svizzera e Italia sono molto buone e caratterizzate da intensi rapporti economici, politici, sociali e culturali. Richiedono un impegno costante e approfondito. I dossier con l'Italia sono di natura molto concreta. Basti pensare alle questioni legate alla cooperazione transfrontaliera, ai negoziati economici, alle sfide infrastrutturali come lo sviluppo dei collegamenti ferroviari e alle dinamiche legate alla straordinaria presenza della comunità svizzera in Italia e viceversa. Tutto ciò rappresenta un enorme potenziale di cooperazione che può essere sfruttato da entrambi i Paesi. Inoltre, il contesto delle relazioni Svizzera-UE aggiunge un ulteriore livello di complessità, dato che molti aspetti dei rapporti bilaterali sono influenzati dagli accordi tra la Svizzera e l’UE. Con la Francia le relazioni sono altrettanto intense. È vero che ogni relazione bilaterale è peculiare; tuttavia opportunità e sfide sono per noi abbastanza simili.»

    «La relazione tra Svizzera e Italia unica e complessa e arricchente per entrambe.»

    1. A suo modo di vedere, cosa unisce il popolo svizzero a quello italiano e in cosa invece le due mentalità si differenziano particolarmente?

     «Anche se l’assetto istituzionale è molto diverso, Italia e Svizzera appartengono alla stessa comunità di valori. Condividendo una lingua nazionale, l’italiano, e quasi 800 chilometri di linea di confine, la più lunga per entrambi i Paesi, i punti di incontro sono naturalmente numerosi. Mentre cultura e lingua creano un forte legame tra i due popoli, le differenze nei sistemi politici e nelle strutture istituzionali forgiano mentalità distinte. Questa combinazione di somiglianze e differenze rende la relazione tra Svizzera e Italia unica e complessa e arricchente per entrambe.» 

    1. Quali sono, a suo giudizio, le priorità da affrontare tra Svizzera e Italia?

    «Anzitutto ci sono le persone: circa 52'000 persone con cittadinanza svizzera risiedono in Italia e circa 650'000 italiane e italiani soggiornano in Svizzera. Dobbiamo curarcene in modo costante, perché rappresentano una risorsa fondamentale, non da ultimo per rafforzare la comprensione reciproca. Considerato poi che ogni settimana fra i nostri paesi vengono scambiate merci e servizi per più di un miliardo di franchi, un’altra priorità è di agevolare e di facilitare il settore privato negli scambi commerciali. A livello economico in particolare diversi accordi settoriali nell’ambito dell’energia sono sul tavolo: lo scopo è di migliorare le condizioni quadro per cittadini e imprese e l’accesso delle imprese svizzere al mercato italiano nei vari settori, ma anche il rafforzamento dell’infrastruttura transfrontaliera in materia di trasporti su rotaia per merci e passeggeri. È inoltre importante spiegare la posizione svizzera sui dossier europei e in particolare il nostro approccio nelle relazioni fra Svizzera e Unione Europea. Infine, sia Italia che Svizzera sono forti sostenitori del multilateralismo, un tema su cui vogliamo continuare a lavorare insieme.» 

    «Ogni settimana tra Svizzera e Italia vengono scambiate merci e servizi per più di un miliardo di franchi: e prioritario agevolare e di facilitare il settore privato negli scambi commerciali»

    1. Lei è stato – prima della sua esperienza in Francia – capo negoziatore con l’Unione europea. In particolare, aveva dovuto negoziare l’Accordo quadro istituzionale, poi fallito, con Bruxelles. Perché, a suo avviso, la Svizzera fatica in questo momento a trovare maggioranze per stabilizzare le relazioni con l’UE, e ritiene che questo sarà possibile con gli Accordi bilaterali III appena contrattati?

    «Negli ultimi decenni la via bilaterale ha riunito maggioranze, in parlamento e nella popolazione. Il Consiglio federale intende stabilizzarla e continuare a svilupparla. Per questo ha proposto un pacchetto di negoziati per aggiornare gli accordi esistenti relativi al mercato interno, concludere nuovi accordi nei settori dell'elettricità, della salute pubblica e della sicurezza alimentare e reintegrare i programmi dell’UE, come Horizon Europa e Erasmus+. I negoziati sul pacchetto sono iniziati il 18 marzo 2024 e si sono conclusi nel dicembre 2024. Nella riunione del 20 dicembre 2024, il Consiglio federale ha preso atto e approvato la conclusione sostanziale dei negoziati. Si tratta ora di finalizzare i negoziati anche da un punto di vista formale. Dopodiché potrà avere inizio il processo democratico di approvazione interna, con un voto popolare se i cittadini lo vorranno.» 

    1. Qual è il suo auspicio in relazione alla sua attività dei prossimi anni in Italia?

    «La diplomazia è l’attività di spiegare e capire per aiutare a costruire insieme: si tratta di spiegare chi siamo, promuovendo e difendendo le nostre posizioni; di capire le posizioni dei nostri interlocutori; e idealmente di tendere verso un risultato che permetta a noi e agli altri di avanzare. Il mio auspicio è di continuare a farlo sulle tracce del lavoro proficuo che è stato realizzato da chi mi ha preceduto: penso all’ambasciatrice Monika Schmutz Kirgöz e all’ambasciatore d’Italia a Berna Gian Lorenzo Cornado, ma pure a tutte le persone nelle rappresentanze diplomatiche e nei ministeri che da anni si impegnano per la relazione tra la Svizzera e l’Italia.»

    Angelo Geninazzi

    La Consigliera federale Viola Amherd, in veste di Presidente della Confederazione Svizzera, insieme all’Ambasciatore Roberto Balzaretti e al Capo di Presenza Svizzera Alexandre Edelmann alla Maison Suisse allestita a Parigi durante i Giochi olimpici 2024.

    La Gazzetta ha bisogno di te.

    Cara lettrice, caro lettore online,
    la Gazzetta Svizzera vive anche nella versione online soprattutto grazie ai contributi di lettrici e lettori. Grazie quindi per il tuo contributo, te ne siamo molto grati. Clicca sul bottone "donazione" per effettuare un pagamento con carta di credito o paypal. Nel caso di un bonifico clicca qui per i dettagli.

    Biografia

    Roberto Balzaretti nasce nel 1965 a Mendrisio (Ticino). È titolare di un dottorato di ricerca in diritto dell'Università di Berna. Ammesso nel Dipartimento federale degli affari esteri (DFAE) nel 1991, è stato stagista diplomatico a Berna e presso la Missione permanente della Svizzera presso le Comunità europee a Bruxelles. Tornato a Berna, Roberto Balzaretti è stato assegnato alla Sezione del diritto internazionale della Direzione del diritto internazionale pubblico (DDIP) come collaboratore diplomatico nel 1993. Nel 1997 è stato trasferito a Washington come segretario d'Ambasciata, dove è stato nominato Consigliere nel 1999. Tornato a Berna, è stato prima vice capo della sezione del diritto internazionale della DDIP nel 1999 e poi Capo sezione nel 2000. Nel settembre 2003, è stato nominato vice direttore della stessa DDIP e capo della Divisione del diritto internazionale, diritti umani e diritto umanitario internazionale. Dall'ottobre 2004, Roberto Balzaretti è stato Consigliere diplomatico e capo di gabinetto del capo dipartimento. Da gennaio ad agosto 2008 è stato in congedo non retribuito. Dal 1° settembre 2008, Roberto Balzaretti è stato rappresentante permanente aggiunto della Svizzera presso la Missione presso l'ufficio delle Nazioni Unite e altre organizzazioni internazionali a Ginevra, capo della Divisione multilaterale e rappresentante speciale della Svizzera presso il Consiglio dei diritti umani. Dal 1° dicembre 2008 è stato segretario generale del DFAE e dal settembre 2012 capo della Missione Svizzera presso l'Unione Europea (UE) a Bruxelles. Dal 1° settembre 2016, Roberto Balzaretti è stato direttore della DDIP. Il 1° febbraio 2018, il Consiglio federale lo ha nominato direttore della Direzione degli affari europei e coordinatore dei negoziati con l'UE e gli ha conferito il titolo di Segretario di Stato. Da dicembre 2020 a dicembre 2024 è stato ambasciatore di Svizzera in Francia e nel Principato di Monaco. Da gennaio 2025 succede a Monika Schmutz-Kirgöz quale ambasciatore svizzero in Italia.

    Ambasciatore designato in Italia da gennaio 2025.