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La grande riforma delle pensioni

    Il 24 settembre avrà pure luogo la votazione sulla “Previdenza vecchiaia 2020”. Tenuto conto della posta in gioco abbiamo già dedicato alcune pagine a questo tema nell’edizione del mese di giugno. L’oggetto è obbligatoriamente sottoposto a votazione popolare, poiché il finanziamento dell’AVS necessita di un aumento dell’imposta sul valore aggiunto che a sua volta necessita di una modifica della Costituzione. Se il popolo rifiuta il finanziamento complementare dell’AVS, respingerà anche la revisione del primo e del secondo pilastro (AVS e previdenza professionale). Benché il popolo svizzero possa già pronunciarsi sul destino dell’insieme del progetto di riforma, con il progetto di revisione della legge sull’IVA, un comitato dell’estrema sinistra ha pure lanciato un referendum contro la legge federale sulla riforma della “Previdenza professionale 2020”. Per gli oppositori un aumento dell’età di pensionamento delle donne da 64 a 65 anni è semplicemente intollerabile. Al momento della chiusura redazionale, non era ancora chiaro se il referendum era riuscito o meno.

    In seno al Parlamento, i partiti borghesi combattono il progetto, poiché non accettano l’aumento delle rendite AVS che deve coprire una parte delle perdite del secondo pilastro, provocate a sua volta dalla diminuzione dei tassi di conversione nel secondo pilastro. Il PS ha utilizzato una via insolita: dall’aprile 2017 il partito ha deciso di consultare tutti i membri – per la quarta volta nella sua storia – sul “tema principale della legislatura”: e i membri hanno detto sì alla riforma in misura del 90,6%.

    (JM)