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Minestrone benedettino dell’Abbazia di Einsiedeln

Visita culinaria tra i cantoni [Svitto]

Una storia di accoglienza

In collaborazione con gutekueche.ch

Nel cuore della Svizzera, tra foreste silenziose e cime innevate, sorge l’Abbazia di Einsiedeln, fondata nel 934 d.C. dove visse l’eremita Meinrado. Nei secoli, i monaci benedettini che la abitano hanno vissuto seguendo la regola “Ora et Labora” in equilibrio tra preghiera, lavoro e accoglienza dei pellegrini, attratti dalla sacralità del luogo e dalla venerata Madonna Nera custodita nella chiesa abbaziale. Accanto alla spiritualità, la vita quotidiana dei monaci si svolgeva anche nei campi, negli orti e nelle cucine. Fu proprio in una cucina che nacque, durante un inverno antico e implacabile, la tradizione del minestrone Benedettino.

Era il cuore del XV secolo, e quell’anno la neve aveva sepolto tutto. I sentieri per l’abbazia erano impraticabili e le provviste scarseggiavano. I monaci, pur isolati, continuavano a ricevere pellegrini stremati e infreddoliti, in cerca di rifugio e conforto spirituale. Il priore, preoccupato, radunò la comunità per capire come gestire la situazione. Così, Fratello Nikolaus si mise all’opera. Era il cuoco dell’abbazia, uomo di poche parole e molta sapienza. Insieme ad altri monaci, rovistò nei depositi e nell’orto innevato. Trovò solamente i porri e le cipolle, ancora forti sotto la neve.

In cantina c’era ancora qualche resto di carne mista. Fratello Nikolaus pensò quindi di unirla al brodo già preparato, aggiungendo anche i porri salvati dalla neve. Il profumo confortante si diffuse nei corridoi del monastero di Svitto, scaldando il cuore di chi stava gelando. Quando i pellegrini si sedettero a tavola, il minestrone fumava nelle ciotole di legno: era un piatto umile, ma ricco di sapore, nutriente come un abbraccio. E, giorno dopo giorno, la pentola sembrava non svuotarsi mai.

Da allora, ogni anno, nel cuore dell’inverno, i monaci di Einsiedeln preparano quel minestrone con i porri dell’orto, come segno di fiducia nella Provvidenza, memoria di una fame vinta dalla solidarietà.

Tempo di preparazione: 15 minuti

  1. Scaldare il burro in una padella. Nel frattempo, tritare finemente le cipolle, tagliare a strisce sottili i porri e preparare il brodo di dado vegetale.
  2. Quando il burro è caldo, rosolare la carne a porzioni. Condire con sale e pepe.
  3. Rimuovere la carne e, nella stessa padella, fare ora imbiondire i porri e le cipolle.
  4. Versare il brodo di verdure, aggiungere la carne e portare ad ebollizione.
  5. Una volta raggiunta l’ebollizione, ridurre la fiamma e far sobbollire per ca. 15 minuti,
  6. Aggiungere il formaggio fresco a pezzi e mescolare bene.

Ingredienti:

600 g - carne trita (vitello, manzo e maiale)
500 g - porri a strisce sottili
500 g - cipolle tritate finemente
300 g - formaggio fresco alle erbe a pezzi
1 L - brodo vegetale
q.b. - burro per friggere
sale e pepe

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